2003 DOLOMITI - CAVALESE
Data Evento : 05-11-2016 - 05-11-2100ARTICOLO
GIRO D’ITALIA 2003
E’ il terzo anno consecutivo che i bancari-ciclisti si ritrovano a seguire “ Le Orme del Giro d’Italia “ e non su pianure verdeggianti, ondulate colline, lungolaghi e riviere romantiche.
Nonostante la venerabile età, questi attempati sfregasella un poco asmatici, con i naturali acciacchi propri dei sessantenni ed … over, hanno ancora lo spirito di misurarsi sugli stessi impegnativi percorsi dolomitici affrontati dai loro nipotini come Popovych and company.
Ma tant’è, le gambe ed il fiato sono quelli che sono ( tranne il Maffio che allenandosi 365 giorni all’anno con la nuova superleggera presume di poter stare ancora con i “ doberman” ), ma lo spirito è sempre vivo, la forza di volontà temprata da anni da culi di pietra, l’appetito da lupi affamati e la sete del dolce nettare superiore a quella delle spugne oceaniche.
Cosi dopo i Passi della Sella Ronda, Falzarego,Valparola,Furcia, quest’anno si sono sciroppati il Lavazè, Il Costalunga, il San Pellegrino, il Rolle, il Valles ed alcuni anche un pezzetto dell’Alpe di Pampeago. Chi ha detto che questa nostra età è tempo di ricordi e non più di speranze non capisce un c…. . Avreste dovuto vedere i due nipotini Giampaolo Bonetti e Matteo Maestroni. Rispetto ai loro nonni, sempre ultimi arrivavano nel divorare i piatti, cosi come sempre ultimi in bicicletta partivano.
E’ stato un wek-end indimenticabile per i 15 sfregasella che vi hanno partecipato, allietato da un tempo ottimo ( l’amuleto Falchetti è ormai una garanzia), che ha permesso di scoprire e/o rivedere le bellezze naturali dei Gruppi Sciliar - Latemar – Catenaccio, le acque cristalline del Lago di Carezza dal colore verde smeraldo, la bellissima Val di Cembra con i rinomati vigneti di Muller Thurgau.
Per la prima TAPPA Sem e Tonino ( le più schiappe in salita),dopo un sopraluogo in auto al Passo di Lavazè, alla vista dei cartelli con indicazione di pendenze al 18%, nel tratto finale, quasi svengono. Dopo un attimo di scoramento, all’insaputa del Gruppo,come dei carbonari, elaborano la tattica segreta per il mattino successivo : sveglia alle 7 e partenza in incognita prima dell’orario fissato per le 9. Le uova nel paniere purtroppo vengono rotte da quei rompiglioni dei loro compagni di camera, Rocchetti e Bonacina, che svegliatisi nel trambusto mentre ancora albeggiava, decidono di accompagnarli più che altro per fornire loro il necessario sostegno morale.
Dopo lo scollinamento del Passo Lavazè, ci si ritrova poi tutti alla spicciolata al Passo Costalunga. Una lauta libagione e via per la discesa verso Vigo di Fassa e Moena alla superlativa velocità massima di 80 Km. orari. Solo a tarda sera nel confortevole Hotel, mentre si barzellettava, come dei fantasmi riappaiono Bonetti e Maestroni dispersi nella discesa e che invece, come dessert, avevano inteso gustare anche il Pordoi da Canazei, per complessivi 115 Km.
Per la seconda TAPPA i fratelli Confalonieri Ciccio ed Emilio, da buoni samaritani, decidono per un percorso alternativo meno impegnativo accompagnando Soardi Silvio che aveva voluto strafare il giorno precedente ed il fotografo ufficiale della carovana Amleto che invece aveva avvertito qualche sinistro scricchiolio del suo suo chiodo femorale.
E’ il giorno del tappone : Marostica – Alpe di Pampeago. Solita tattica per Sem e Tonino che a tre Km. dal culmine del Passo S. Pellegrino vengono superati a tripla velocità da un pezzo di gnocca ( scoperto poi trattarsi di una ragazza americana) che li saluta amichevolmente con un dolcissimo “good bye” che risuona loro ancora nelle orecchie.
La discesa quasi a passo d’uomo è stata uno spettacolo nello spettacolo. Ali di folla, un caleidoscopio di colori,odori di salamele e costine. Ad un tratto abbiamo anche intravisto degli intrepidi scalatori con la maglia degli “ sfregasella BPB” che risalivano dal versante opposto. Qualcuno grida: sono della Carifano ! Non siamo riusciti a riconoscerli.
Al Ponte della Sega ( Bivio S. Pellegrino-Valles-Rolle) i soliti decidono di proseguire per il Rolle.
Gli altri affrontano i ripidi “ ratù “ del Passo Valles che non ti danno un attimo di tregua ( potevano ricavare almeno qualche tornante) . Su questa salita si consuma il fallimento della tattica di Sem e Tonino superati da Adriano Falchetti e dal superdiesel Alfredo Resta, mentre i loro compagni di camera ed avventura, alla faccia dell’impegno morale che si erano assunti, se ne sono già andati in fuga.
Al Passo tira un vento dell’accidenti. Si decide di scendere alla ricerca di un Albergo dove rifocillarsi . Fungo da lepre, ora finalmente mi ritrovo sul mio terreno preferito. A Bellamonte
scopro un favoloso ristorante. Per reintegrare i sali minerali, ancor prima di ordinare quelle spugne maledette dei miei compagni si sciroppano quattro caraffe di un bianco leggermente mosso.
Nella discesa se ci avessero fermato per il test alcoolometrico, come minimo ci avrebbero ritirato non la patente ma la bicicletta.
Qualcuno trova ancora la forza di risalire un pezzo di Pampeago per vedere i girini ed immortalare la rasoiata del Gibo allorquando stacca Garzelli. Altri decidono di rientrare in albergo.
E’ finita per Resta, Rocchetti e Soardi che debbono rientrare a casa Sabato sera.
La terza TAPPA prevede un uscita cicloturistica in gruppo di 65 Km. attraverso la Val di Cembra, terra dei Moser, anche perché le due giornate precedenti hanno lasciato un poco il segno. Un sontuoso pranzo di commiato presso la “Malga Salanzada “ sulla strada dei Masi di Cavalese, conclude questo wek-end prima di riprendere la strada di casa con un arrivederci al Giro 2004.
Giorgio Seminati
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